L’Industria 4.0 è già da qualche anno il fulcro della trasformazione economica italiana e mondiale.
Nel 2016, in Italia è stato varato un piano governativo ad hoc, che è stato successivamente soggetto a revisioni e modifiche. Siamo passati da Piano Industria 4.0 a Piano Impresa 4.0 e infine a Piano Nazionale della Transizione 4.0.
Si tratta di innovazioni che si sono rivelate essenziali al fine di contrastare la crisi generata dalla pandemia di Covid-19.
L’Industria 4.0 è un processo che scaturisce dalla Quarta Rivoluzione Industriale e che esprime una visione del futuro secondo cui, grazie all’implementazione delle tecnologie digitali, le imprese aumenteranno la loro efficienza e competitività attraverso l’interconnessione e la cooperazione delle proprie risorse, interne alla fabbrica ed esterne, distribuite lungo la catena del valore.
Le nuove tecnologie digitaliavranno un impatto profondo nell’ambito di 4 direttrici di sviluppo:
Come anticipato, nel 2016 il Governo italiano ha inserito nella Legge di Bilancio 2017 un piano per l’Industria 4.0 con una mobilitazione di oltre 10 miliardi di euro, consentendo l’inizio del passaggio alla Quarta Rivoluzione Industriale.
Il piano prevede alcuni punti di interesse:
In Europa, la Germania è leader nel passaggio alla Quarta Rivoluzione Industriale e nell’approccio all’Industria 4.0. Rappresenta infatti un precursore dato che, già da diversi anni, cura con particolare interesse lo sviluppo di questo settore.
Approcci pianificati sono stati inoltre intrapresi in Italia, come citato sopra, e in Francia, mentre la Gran Bretagna, senza prese politiche di rilievo sull’argomento, rischia di restare indietro nei confronti degli altri paesi europei.
Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, il processo viene favorito in maniera diversa rispetto alle tecniche e strategie europee, ma si tratta comunque di un settore indubbiamente supportato nell’ottica di poter garantire una maggiore produttività riducendo l’impatto dei costi.
Diversi esperti stanno cercando di comprendere quali cambiamenti subirà il mondo del lavoro e quali nuove figure professionali verranno richieste.
Ciò che sappiamo è che verranno creati 2 nuovi milioni di posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7. L’Italia ne esce con un pareggio, meglio di paesi come Francia e Germania.
Le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e di produzione, compensate dall’area finanziaria, management, informatica e ingegneria.
Mutano di conseguenza le competenze e le abilità richieste: il problem solving resta la soft skill più ricercata, mentre il pensiero critico e la creatività iniziano ad acquisire notevole importanza.
Secondo il Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, Alessandro Perego, proprio perché si tratta di uno scenario in rapida evoluzione, è necessario evolvere per poter cogliere al meglio tutti i benefici.
“Il nostro Paese però deve sapere cogliere a pieno i benefici della Quarta Rivoluzione Industriale, attuando iniziative sistemiche per lo sviluppo dello Smart Manufacturing e fornendo ai lavoratori le competenze digitali per le mansioni del futuro”.
Cogli tutti benefici del 4.0, Agrati AEE ti potrà suggerire le soluzioni per la tua azienda a basso impatto ambientale e con risparmio energetico sopra la norma.